In Cina 100 smart city entro il 2020

Sull’asse Roma-Pechino viaggeranno anche le nuove tecnologie di sviluppo urbano ispirate al modello mandarino di smart city

di Redazione

Sull’asse Roma-Pechino, dopo la firma del MoU per la realizzazione della Nuova Via della Seta, viaggeranno anche le nuove tecnologie di sviluppo urbano ispirate al modello mandarino di smart city, si legge in un articolo di Class.

Il Dragone ha investito finora in 500 progetti di trasformazione urbana, la metà di quelli già avviati su scala globale. L’Italia guarda con interesse al know how cinese, come emerso in occasione del convegno “Smart Cities and Digital Trasformation Dialogue, Italy and China”, svoltosi nella Capitale in concomitanza della visita del presidente Xi Jinping.

“Le città sono il luogo dell’innovazione e chi riesce a realizzare oggi le smart city avrà nel futuro benefici in ogni settore”, ha sottolineato Luigi Paganetto, vicepresidente di Cassa depositi e prestiti, in primo piano negli accordi firmati con la delegazione cinese che era capitanata da Liang Hua, presidente di Huawei, il colosso cinese che avrà un ruolo da protagonista nello sviluppo anche in Italia del 5G, standard chiave nello sviluppo di smart city.

Frutto di un processo di trasformazione urbana che integra in una visione sistemica le dimensioni economica, ambientale e sociale, le smart city nascono con l’obiettivo di efficientare le amministrazioni pubbliche, favorire lo sviluppo di servizi innovativi, mettere le imprese in condizione di sperimentare nuovi modelli di business e, dulcis in fundo, migliorare la qualità della vita.

In Cina 350 milioni di persone si trasferiranno in aree urbane

La Cina, dove si prevede che nei prossimi anni 350 milioni di persone si trasferiranno in aree urbane, è all’avanguardia su questo fronte. Dei circa mille progetti in fase di realizzazione in vari Paesi del mondo, entro il 2020 un centinaio sorgeranno in Cina, con profili d’avanguardia nei servizi e nella qualità della vita.

Tra i vantaggi delle smart city, ci sono quelli derivanti dall’impiego di tecnologie digitali e dell’Internet delle cose nella realizzazione di smart road in ambito urbano, al fine di ridurre il numero degli incidenti stradali. O quelli legati alla gestione dei rifiuti: l’italiana Exprivia Italtel, tra i cui partner figura proprio Huawei, sta realizzando con Vodafone e Prisma Telecom Testing (con il supporto di Amazon Web Services) lo smart bin per la raccolta differenziata intelligente, un servizio in grado di riconoscere il materiale di cui è composto il rifiuto così da indirizzarlo nel cestino apposito.

Il fenomeno attentamente monitorato

Oggi il fenomeno delle smart city in Italia è attentamente monitorato dall’osservatorio avviato l’anno scorso dal Dipartimento studi giuridici e dal Centro di ricerca di economia e politica dell’energia e dell’ambiente dell’Università Bocconi. L’Osservatorio è già un punto di riferimento per tutti i soggetti interessati allo sviluppo smart delle infrastrutture, dei servizi urbani e della comunità sociale.

Milano è senz’altro la città più smart d’Italia. Ma anche città come Livorno sono al lavoro per convertirsi in aree urbane intelligenti: qui grazie al nuovo servizio integrato di pubblica illuminazione verrò dimezzato il costo dell’illuminazione pubblica, per esempio. Genova, terminale della Nuova Via della Seta marittima per l’Europa dell’Ovest, si muove in questa direzione per rinascere dopo il crollo del Ponte Morandi. Infine in alcuni quartieri di Roma viene testato invece il nuovo modello di smart city targato Enea.