Fatih Birol, direttore dell’Aie: la pandemia può provocare un rallentamento del passaggio all’energia pulita a meno che i governi non dirigano le misure di sostegno su investimenti in Fer
di Goffredo Galeazzi
L’ Agenzia internazionale dell’energia (Aie) prevede che le ricadute economiche della pandemia da coronavirus (Covid-19) rallentino molto la crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2020, contribuendo a limitare le emissioni di CO2 legate ai combustibili fossili. Ma la pandemia potrebbe provocare un rallentamento della transizione energetica nel mondo, a meno che i governi non dirigano le misure di sostegno alla crescita economica su investimenti green. Lo sostiene Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian. “Non c’è nulla da festeggiare per il probabile declino delle emissioni causato dalla crisi economica, perché in assenza delle giuste politiche e di misure strutturali questo declino non sarà sostenibile”, ha detto Birol.
Il coronavirus ha alimentato i timori di una recessione economica globale e ha contribuito a innescare uno dei più forti crolli dei prezzi del petrolio negli ultimi 30 anni. L’Aie stima che la domanda globale di petrolio diminuirà nel 2020 – il primo declino di un intero anno in più di un decennio – a causa della profonda contrazione in Cina, che ha contribuito per oltre l’80% alla crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2019, e di gravi perturbazioni nei viaggi e nel commercio.
Il contagio economico bloccherà molti progetti
È probabile che il contagio economico blocchi molti progetti infrastrutturali delle più grandi compagnie energetiche del mondo, compresi gli investimenti da miliardi di dollari in energia pulita necessari per evitare una catastrofe climatica. Secondo un rapporto di Bloomberg New Energy Finance, nel 2020 si potrebbero registrare una riduzione dell’8% dei nuovi progetti di energia solare e un forte rallentamento delle vendite di veicoli elettrici.
“Non dovremmo permettere alla crisi di oggi di compromettere la transizione verso l’energia pulita”, ha affermato Birol. A suo giudizio i governi globali dovrebbero usare i pacchetti di stimolo economico, in programma per aiutare i Paesi a superare la recessione, allo scopo di stimolare gli investimenti in energia pulita. “Se ben congegnate, le misure possono garantire benefici economici e facilitare la transizione”.
L’analisi dell’Aie ha mostrato che il 70% degli investimenti mondiali in energia pulita sono guidati dai governi, sia attraverso finanziamenti pubblici diretti sia con politiche come sussidi o tasse. E Birol ha esortato i responsabili politici a sfruttare la flessione del prezzo del petrolio per eliminare gradualmente i 400 miliardi di dollari ogni anno di sussidi pubblici ai combustibili fossili, utilizzando il relativo gettito per aumentare la spesa sanitaria.
Investire in misure di efficienza energetica
Birol ha sollecitato inoltre i governi globali a investire in misure di efficienza energetica, che potrebbero non offrire buoni rendimenti a breve termine mentre i prezzi dell’energia sono bassi, ma si rivelerebbero un investimento redditizio a lungo termine.
“Queste difficili condizioni di mercato saranno un chiaro test per gli impegni del governo”, ha affermato. “Ma la buona notizia è che rispetto ai pacchetti di stimolo economico del passato disponiamo di tecnologie rinnovabili molto più economiche, che hanno fatto importanti progressi nei veicoli elettrici, inoltre esiste una comunità finanziaria di supporto per la transizione dell’energia pulita. Se vengono messe in atto le giuste politiche, ci sono opportunità per sfruttare al meglio questa situazione”.