città sostenibili

Europa: il cuore delle città sostenibili

Il rapporto “2018 Sustainable Cities Index” evidenzia il ruolo positivo delle città europee nello sviluppo di politiche sostenibili: nove tra le prime dieci, ma con un netto divario tra Nord e Sud

Come si fa a dire qual è la città più sostenibile? Il rapporto “2018 Sustainable Cities Index” analizza cento città del mondo con lo scopo di capirne l’evoluzione digitale, i progressi fatti e quelli da fare, la salute economica e la capacità produttiva dei singoli centri urbani.  E Arcadis, la multinazionale olandese attiva nel campo della consulenza e del project management che lo ha curato, sostiene che a vincere sia Londra, seguita da Stoccolma e Edimburgo. La capitale britannica ottiene il primo posto nella media dei risultati ottenuti nelle singole graduatorie relative ai tre pilastri della sostenibilità. Questi pilastri, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite, tengono conto della qualità della vita (persone), delle politiche ambientali (pianeta) e della salute economica della città (profitto).

L’ambiente e il pianeta

La graduatoria sul pilastro pianeta analizza le politiche ambientali: gli impatti a lungo termine, il consumo di energia, le percentuali di riciclaggio dei rifiuti, le emissioni di gas serra e offre un quadro positivo per il Vecchio Continente. L’analisi tiene anche in considerazione le scelte del singolo cittadino sulle buone pratiche ambientali, come l’uso delle biciclette e del trasporto pubblico a basse emissioni (o elettrico), lo spazio verde e in generale le azioni in favore del clima.

Il nord Europa in testa

In questa graduatoria, nove delle prime dieci città sono europee (Stoccolma, Francoforte, Zurigo, Vienna, Copenaghen, Oslo, Amburgo, Berlino e Monaco): centri con una forte propensione per le politiche ambientali, a conferma di una tendenza positiva per il nord Europa. A fare la differenza, rispetto ad altri centri urbani, è il controllo sull’emissione dei gas serra, che risulta sopra la media per tutte e nove. La gestione dei rifiuti ha un impatto fortemente positivo per le città tedesche e per Vienna, che raggiungono percentuali di riciclo elevate e, per la Germania, tra le più alte del continente. I primi centri urbani della classifica hanno disponibilità di spazi verdi addirittura doppia rispetto alla media degli altri in graduatoria.

In questo contesto, Stoccolma viene considerata la migliore quanto a politiche ambientali di sviluppo sostenibile grazie agli investimenti fatti (o programmati) sulle infrastrutture sostenibili, sul controllo delle emissioni e sulla qualità dell’aria. In tutte le nove città europee (di cui quattro in Germania), l’inquinamento atmosferico è inferiore alla media, il sistema di gestione dei rifiuti rispetta gli standard, gli investimenti sui trasporti sostenibili e sulle infrastrutture per biciclette raggiungono livelli ottimali. Di contro solo le città del Nord America (Ottawa, Toronto, Vancouver) raggiungono livelli simili sugli incentivi al trasporto sostenibile.

Il sud in fondo alla classifica

Nell’Europa meridionale, la prima in classifica è Madrid (15esima), penalizzata dalla minore presenza di infrastrutture per biciclette, da minori incentivi al trasporto sostenibile e in generale alle politiche ambientali. A completare il quadro delle città principali del sud Europa, Barcellona (22esima), Roma (24esima), Lisbona (39esima), Milano (40esima) e Atene, addirittura 79esima.

Le due città italiane sono penalizzate da una minore capacità di gestione dei rifiuti, dal livello di inquinamento dell’aria (parametro che preso singolarmente le farebbe precipitare in fondo alla classifica), da una scarsa attenzione per le infrastrutture per le biciclette (considerata quasi inesistente a Roma) e da una maggiore esposizione a eventuali dissesti ambientali.

Anche l’intervento dell’uomo sulla natura, e i conseguenti rischi di calamità naturale, viene analizzato per formulare le graduatorie del rapporto. E non è un caso che le città in testa alla classifica siano tutte dotate di sistemi all’avanguardia per il controllo dei rischi di calamità naturale, per il monitoraggio e la prevenzione.

I tre pilastri

L’analisi generale, che somma la media dei risultati ottenuti nelle tre graduatorie, mostra risultati favorevoli al Vecchio Continente. Dopo Londra, troviamo Stoccolma al secondo posto e Edimburgo al terzo, seguite da Singapore e Vienna.

Anche nell’indice generale l’andamento delle città europee è dunque duplice: da una parte il nord e centro Europa, con una grande attenzione per le pratiche di sviluppo sostenibile, dall’altra il sud Europa, con Spagna, Italia e Grecia che mostrano rallentamenti. Diverso ancora il caso delle città più a est, come Praga, Varsavia e Mosca, nelle quali i cittadini sembrano più favorevoli a politiche di maggiore sostenibilità rispetto agli stessi governi.

Solo quattro centri urbani degli Stati Uniti figurano nella parte superiore della graduatoria relativa all’indice generale, a dimostrazione di un trend negativo delle politiche di sviluppo sostenibile intrapreso negli ultimi anni. In Asia, tolti i casi di Hong Kong e Seoul, molte città, soprattutto cinesi, appaiono nella parte inferiore della classifica. Sono proprio i centri asiatici a offrire un quadro scoraggiante, secondo il rapporto, soprattutto rispetto all’agenda stabilita dall’Onu. E questa tendenza riguarda anche altre città con economia in rapida crescita, come quelle in America Latina e Africa.

Più si innova, più è possibile dare al cittadino la possibilità di vivere in una città evoluta, tecnologica e sostenibile. Immaginare l’Europa come cuore pulsante della sostenibilità ambientale ed esempio da seguire, in primo luogo tra i Paesi membri, appare sempre più un obiettivo realizzabile, soprattutto in relazione ai punti elencati nell’agenda delle Nazioni Unite.