Al via il decreto per la micromobilità elettrica: tra restrizioni e limiti, un punto di partenza. Disciplinate quattro tipologie di veicolo: si viaggerà solo in alcune aree urbane, limiti di età per la guida
di Leonardo Vacca
Hoverboard, segway, monopattini e monowheel: quattro veicoli sottoposti alla sperimentazione per mettere un freno alla circolazione urbana senza regole. È stato pubblicato, dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il decreto attuativo sulla micromobilità elettrica, previsto dalla Legge di Bilancio 2019. Il decreto è stato già inviato a varie istituzioni locali per sperimentare le regole previste.
Il decreto contiene anche schemi, disegni e descrizioni dei vari veicoli sottoposti alla sperimentazione. Si tratta di mezzi ancora non contemplati nel Codice della Strada ma già utilizzati da migliaia di italiani. La prima importante novità è che questi mezzi, totalmente elettrici, potranno essere utilizzati solo in alcune aree urbane.
I limiti e le restrizioni
Tra le limitazioni più evidenti quella relativa alla potenza del motore, che in nessun caso può superare i 500 watt. Previsto l’obbligo del clacson e, se si circola di sera e di notte (si stabilisce il tempo limite della mezz’ora successiva al tramonto), si può solo con apposite luci (bianca o gialla fissa nella parte anteriore e luce fissa rossa o catarifrangenti rossi in quella posteriore). Obbligo di luci anche in particolari condizioni atmosferiche che comportino scarsa visibilità. In tal caso, in assenza di luci, è possibile condurlo soltanto a mano.
Su strada, o su pista ciclabile, è obbligatorio l’uso di giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità, i mezzi progettati per superare i 20 km/h dovranno invece essere dotati di limitatore di velocità, limite che scende, nelle aree urbane, a soli 6 km/h. Potranno circolare regolarmente soltanto i mezzi con marchio CE.
Ogni Comune avrà la sua ordinanza
Per il momento rimane incertezza sulle aree dove sarà possibile muoversi con questi mezzi: i singoli Comuni dovranno autorizzare la sperimentazione con ordinanza. Questa ordinanza conterrà una tabella che, per ogni veicolo, indicherà l’area in cui la circolazione è ammessa, ad esempio piste ciclabili, percorsi pedonali e ciclabili, aree pedonali e le cosiddette zone 30.
A supporto dei Comuni, il decreto prevede l’installazione di una segnaletica stradale che indichi le aree in cui ogni tipo di veicolo può circolare. Per i servizi a noleggio e in condivisione è obbligatoria una copertura assicurativa. I mezzi elettrici, in ogni caso, sembrano destinati soprattutto ai maggiorenni: i minori, per poterli guidare, devono essere dotati almeno di patente AM.
Non sarà inoltre possibile portare passeggeri, date anche le dimensioni dei mezzi stessi, o usare i veicoli come traini per altri mezzi o per il trasporto di cose (per esempio, sembrerebbe vietato anche il trasporto di buste della spesa).
È solo l’inizio di una sperimentazione che durerà nel tempo, con il costante apporto dei singoli Comuni per poter mettere a punto un sistema sostenibile per le singole amministrazioni e per i cittadini.