Più elettricità, meno smog: le città alla sfida dopo Covid

Ancora incerto il segno ambientale degli interventi del governo. Le 12 proposte di Legambiente

di Antonio Cianciullo

“L’espansione delle rinnovabili ha caratterizzato il decennio che si è appena concluso. Questo decennio sarà quello della crescita dell’elettrificazione”. La previsione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, sintetizza le attese con cui si apre la European Mobility Week. Ma se la tendenza è chiara, la velocità del processo resta tutta da scrivere. E non è un particolare da poco perché la riconversione green della mobilità e delle città non è una scampagnata amichevole, ma una corsa agonistica in cui molte grandi aree metropolitane e molti Paesi si sono impegnati per guadagnare quote di competitività e raggiungere il doppio obiettivo di un incremento del benessere dei cittadini e dei fatturati. Arrivare tardi significa perdere posti di lavoro e quote di mercato.

E sono proprio la concretezza di questa scommessa e il link strettissimo tra questione ambientale, consenso sociale, sviluppo economico gli aspetti che finora non sono emersi dall’assieme delle misure che il governo italiano sta elaborando nel quadro del Recovery Plan. E’ la conclusione che si trae nel webinar “Green mobility. Next Generation EU” organizzato da Legambiente e Kyoto Club e moderato dal responsabile della mobilità di Legambiente, Andrea Poggio.

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I progetti dell’Unione europa

In un’ora e mezza di discussione sono stati messi sul tappeto gli elementi che descrivono con chiarezza la direzione di marcia che l’Unione europea ha deciso e a cui ha subordinato l’erogazione dei circa 200 miliardi di euro che dovrebbero arrivare al nostro Paese per aprire la fase del dopo Covid.

L’Europa si appresta ad alzare notevolmente l’obiettivo Ue di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030, portandolo al 55% rispetto ai livelli del 1990, contro il precedente 40%. E il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha già chiarito che almeno il 37% del valore dei progetti previsti da ciascun piano nazionale dovrà essere destinato a finanziare la transizione verde, mentre il restante 63% dovrà rispettare il principio do no harm, cioè non dovrà essere in contraddizione con l’obiettivo del Green Deal, quello di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.

Inoltre un lungo elenco di Paesi europei ha deciso di vietare la vendita di auto alimentate con combustibili fossili nell’arco dei prossimi anni: 2025 (Norvegia), 2030 (Danimarca, Irlanda, Islanda, Olanda, Slovenia, Svezia), 2035 (Regno Unito), 2040 (Francia, Spagna).

La fisionomia degli interventi che si delineano per l’Italia corrisponde a queste indicazioni e a questi trend? Per una parte significativa dei progetti la risposta è positiva: dagli incentivi ai mezzi elettrici al maggiore spazio per bici e pedoni, dal rilancio della sharing mobility al sostegno a un trasporto pubblico di qualità il segno green è indiscutibile.

Il webinar

Ma, se mettiamo in fila le contraddizioni segnalate dalla deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni, dal direttore di Italy Transport & Environment, Veronica Aneris, dal portavoce di Amodo Anna Donati, dal vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, otteniamo il quadro di un assieme di misure prive di un segno netto. Un calderone in cui c’è tutto e il contrario di tutto. Un indistinto che è l’opposto delle indicazioni mirate e di largo respiro di cui hanno bisogno le imprese per poter programmare investimenti e spinta industriale in modo da creare filiere e reti in grado di rispondere alle nuove esigenze del mercato sviluppando posti di lavoro in Italia.

Così gli incentivi per le auto riguardano quelle più avanzate come quelle che hanno emissioni di CO2 per chilometro che saranno presto superate. La data in cui la vendita delle auto alimentate con i fossili verrà vietata non è stata ancora decisa. L’inserimento dell’olio di palma tra le energie rinnovabili prorogato fino al 2030.

Le proposte di Legambiente

Non è comunque troppo tardi per correggere la rotta. A suggerire il cambiamento prova Legambiente con 12 proposte: dai fondi a sostegno dell’economia circolare delle batterie per la trazione elettrica a quelli per la mobilità a emissioni zero; da un trasporto pubblico totalmente elettrico a misure rapide da mettere in campo, come il 10% dell’Iva da destinare alla sharing mobility o la detassazione dei benefit di mobilità sostenibile alle famiglie dei lavoratori.