Next Generation EU e la sfida di una nuova mobilità delle città i temi al centro del webinar organizzato da Legambiente, #Vivinstrada, Fondazione Luigi Guccione e Kyoto Club
Le città “autocentriche” costruite su misura delle macchine ci costano molto. In Italia nel 2019 gli incidenti stradali hanno provocato la morte di circa 3.000 persone. Se poi si aggiungono le vite perse per l’inquinamento urbano – strettamente connesso all’uso delle auto – si arriva a 83.000 persone. Con un costo sociale elevatissimo, pari a 16,9 miliardi di euro, l’1% del pil nazionale. Dati drammatici, cartina di tornasole di un sistema urbano fondato su una mobilità distorta.
La revisione del modello di mobilità necessaria a sanare questa situazione è stato il tema al centro del webinar organizzato da Legambiente, #Vivinstrada, Fondazione Luigi Guccione e Kyoto Club. Durante l’incontro è stata anche presentata la proposta delle associazioni per investire i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) in una mobilità Vision Zero e per una città sicura e sostenibile.
Come ha ricordato nel suo intervento introduttivo Alessandra Bonfanti, responsabile mobilità attiva Legambiente, è il momento di accompagnare un cambio di paradigma nell’ambito della mobilità per introdurre una nuova visione della città, Vision Zero appunto, che rimetta al centro delle città le persone e non le automobili.
La mobilità diventa lo strumento fondamentale per rivedere e riqualificare le città, sotto vari aspetti: sicurezza, ambiente, rigenerazione. Innescando un percorso di riappropriazione degli spazi urbani non solo a vantaggio delle persone ma anche per il verde e le piante, per gli animali, per la socialità.
Il primo passaggio da fare è rivedere il ruolo e il peso delle automobili nello spazio urbano
In Italia – come ha ricordato l’urbanista Matteo Dondè – abbiamo il record di auto per abitante: 62 ogni 100 abitanti. La presenza di tante auto stravolge la fruizione dello spazio pubblico, la socialità delle città. Basti pensare che un’auto è ferma in sosta per il 92% del tempo. Occorre anche cambiare mentalità: il 40% dei tragitti in automobile è inferiore a tre chilometri.
Di fronte a questo scenario i fondi europei rappresentano un’opportunità per attivare questo processo di cambiamento. Con il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, si può cominciare una trasformazione della mobilità urbana.
La proposta di utilizzo dei fondi per la mobilità urbana presentata da Legambiente, insieme a Fondazione Guccione, Vivinstrada e Kyoto Club, prevede interventi per: riqualificare le città; potenziare il trasporto ferroviario regionale, il trasporto pubblico locale e la sharing mobility; affidare la delega a un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri; predisporre un piano per la comunicazione e la formazione. Pianificando azioni e risorse certe sul trasporto pubblico locale, su quello condiviso a basso impatto ambientale, su isole pedonali e ciclabilità diffusa, oltre a una politica di moderazione della velocità e della riduzione dell’uso dello spazio pubblico da parte dei veicoli privati, anche in sosta. Per complessivi 23 miliardi di euro di investimenti di cui 8 miliardi riservati al fondo nazionale per la sicurezza stradale
“Occorre vedere la strategicità delle aree urbane, mettendole al centro del dibattito nazionale. Le città infatti sono sì i luoghi dell’inquinamento, ma anche i luoghi della crescita. Ripensare la mobilità è essenziale per passare da una città sviluppata a misura di auto a una innovativa e sostenibile”, ha ricordato Andrea Ferrazzi, della commissione Ambiente del Senato.